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La scienza parla chiaro: un mondo al 100% a rinnovabili è possibile e ripagabile entro 6 anni

Un nuovo studio della Stanford University afferma che è possibile realizzare un mondo al 100% a rinnovabili e spiega come passare a questo sistema in meno di 30 anni, idealmente entro il 2035. La scienza dimostra che la transizione energetica è concretamente raggiungibile. È quindi importante uscire nel modo più rapido e corretto dal sistema energetico basato sui fossili.

 

Scientificamente c’è un notevole consenso sul fatto che un mondo al 100% a rinnovabili è già possibile da un punto di vista tecnico, senza bisogno di aiuti fossili o nucleari. E l’investimento economico necessario sarebbe ripagato entro 6 anni. Purtroppo, però, la politica spesso fatica ad ascoltare e accettare la scienza.

 

La nuova ricerca scientifica

 

La prima ricerca che riportava tale affermazione è del 1975, ma è rimasta inascoltata e molto screditata dai molti negazionisti delle rinnovabili. L’ultima delle ricerche scientifiche sulla transizione rinnovabile 100% è quella pubblicata da un ingegnere ambientale della Stanford University su Energy & Environmental Science. Mark Jacobson e il suo team hanno analizzato la transizione per 145 Paesi del mondo, escludendo ogni fonte inquinante che preveda combustione e calcolandone i fattori economici, sociali, politici e tecnici. Hanno studiato l’impatto economico di una completa copertura rinnovabile (unicamente solare, eolica e idroelettrica) dei consumi energetici attuali, con il contributo di sistemi di stoccaggio.

 

Scambio di elettricità rinnovabile

 

Per superare il problema dell’intermittenza delle forniture rinnovabili, il gruppo di studiosi prevede una suddivisione dei Paesi in regioni, in modo che tra questi possa esserci uno scambio di elettricità, ovvero interconnessioni che bilancino perfettamente la domanda e l’offerta. Nella panoramica offerta dal gruppo di Stanford, il paesaggio del mondo futuro non sarà ricoperto da pannelli, turbine, batterie, linee elettriche e bacini idroelettrici, perché l’occupazione del suolo prevista è pari allo 0,36% delle terre emerse.

 

Un investimento recuperabile

 

Per poter realizzare questo sistema, la spesa calcolata è di circa 60.000 miliardi di dollari a livello globale per i prossimi 30 anni. La nota positiva è che tale cifra verrebbe facilmente recuperata in meno di sei anni. I calcoli, infatti, prevedono e includono i risparmi raggiunti dalla fine di sprechi termici causati da combustione inefficiente, dall’evitare costosi danni ambientali, climatici, patrimoniali e alla salute. Rispetto all’attuale business-as-usual, la situazione al 100% di rinnovabili richiederebbe meno energia, meno spese e creerebbe più posti di lavoro rispetto a quelli persi.

 

Ritratto aziendale

 

La politica deve avere il coraggio di voltare pagina, senza più ascoltare chi teme la transizione energetica, ma dando voce e appoggio a chi crede e lavora per il futuro e la sicurezza dell’energia in Europa. Come il gruppo Sun Contracting, che da oltre dodici anni è attiva nel settore fotovoltaico. Sun Contracting AG e le sue aziende partecipate hanno successo in particolare nell’Europa centrale grazie al loro modello di gestione energetica Contracting fotovoltaico. In Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia detengono una potenza totale installata e progettata di 106,7 MWp, di cui 80,7 Mwp in forma di progetti Contracting. Oltre alla principale attività di Contracting fotovoltaico, il gruppo è presente nel mercato degli investimenti sostenibili. La partecipata emittente dei prodotti è Sun Invest AG, che ha emesso recentemente i suoi primi Clean Bonds.

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E-Mail: office(at)sun-contracting.com
Tel.: +423 380 09 90

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